La mia storia da PUB inizia esattamente il giorno della mia nascita.<br />
Sì, perchè mio papà lavorava insieme ad i suoi fratelli nel BAR di famiglia, un bar storico nella mia cittadina in quanto è uno dei più vecchi, se non il più vecchio gestito sempre dalla stessa famiglia. Negli anni poi ho sempre frequentato il BAR, a tratti nei periodi estivi magari davo una piccola mano, facendo caffè, le consegne e servizio ai tavoli. Una volta diventato più grande, mi sono man mano allontanato dal BAR ed ho iniziato a frequentare assiduamente, MOLTO assiduamente direi, i PUB di zona ma soprattutto quelli di ROMA. È in questi locali che ho passato la mia gioventù, con gli amici di sempre condividendo le risate e la voglia di crescere. Eravamo i migliori clienti di tutti i locali, birra a fiumi e goliardia; questo era quello che ci distingueva, ricordo le serate più belle al John Bull o allo Shamrock, locali incredibili dove il concetto di PUB o meglio PUBLIC HOUSE era alla base di tutto. Poi gli anni passano e le esigenze cambiano, cambiano le strade, cambiano le vite, ma per me e le persone che ho avuto vicino il PUB è sempre stato presente. I locali di oggi stanno perdendo sempre di più questa mission, la loro identità; si punta molto spesso solo ed esclusivamente al prodotto: sta infatti svanendo quel senso di socialità che i PUB all’estero e come molti anni fa i BAR qui da noi avevano.